lunedì 4 agosto 2025

Patria

 

Cerco una patria

impigliata nel tramaglio dell’alba

perduta su di una prua di carta

difficile da interrogare.

Da qualche parte

ho ancora una madre

una casa

la finestra da dove ieri

guardavo il mare.

Posso infrangermi quando voglio

se lungo la rotta procedo

senza voltarmi indietro.

Gli alberi non hanno radici

quando piove l’arcobaleno,

le onde fanno sul serio

se non le distraggo con un argomento.

Lo sguardo è un’ancora

nessun approdo

ecco perché la notte deve ancora passare

e io resto straniero

su questo mio petto inquieto

venerdì 1 agosto 2025

Razza di stolti

 Qualcuno sta ancora parlando

Nei tranelli di voce

Abbaiati dal silenzio.

Dicono di noi

Della nostra resa

Ma noi alzammo la testa quando tutti la chinarono
e ci recammo ovunque fosse proibito andare.
Per questa dolorosa gioia di vivere

i nostri demoni chiedono perdono.
Tornammo a piedi dal lungo inverno
riposando distanti dal sonno
come se non ci fosse null’altro da sognare
che una terra senza dio e senza padroni.

Fummo la strada che nessuno prende

Quel fuoco che non si spegne
Inquieti come il vento e come il mare,
come il sole
tramontammo solo
per sorgere altrove.
Poi chiudemmo gli occhi
per riuscire a vedere
ci perdemmo nel chiarore della notte,
camminammo lungo i bordi di una poesia
e precipitammo si

ma senza cadere 


venerdì 25 luglio 2025

Lungo le strade che portano al mare


 Se tutto è parola

e tu passi la mia vita
a farti mancare
spezzerò questa voce
di terra promessa
per dare il tuo nome
al mare.
Ti perderò nel vento

dopo averti insegnato a restare

e nessuno saprà mai di che colore

avevamo il cuore.

 

Un passo, l’onda.

Mi allontana e mi riporta.


Ma se tutto è silenzio
dall’altra parte
se tace il fuoco
e non dicono gli occhi
spegnerò questa tiepida eco
per poterti salvare.

Fermo al respiro di luoghi
dove ancora non siamo
pregherò le tue rive
di non farmi tornare

giovedì 26 giugno 2025

Quello spicchio di luna

 

Mi riconosco.
Ogni volta che passo
mi salvo dal pozzo della notte
ingoiando un po' di sale.
Lo specchio suda sguardi afoni
preferisce non rispondere
al chiasso della strada,
lascia che sia la fretta
a torturare le mani.
La gente resta gente
se non la fai entrare
se non le permetti
di togliersi la maschera
quando è carnevale.
Mi sono abituato
alle scarpe strette in punta,
ai giorni di pioggia
lasciati ad asciugare.
Hanno gli occhi grandi
le parole non dette
potrebbero guardarci dentro
ma servirebbe?
Quando il tempo lo rinfili nelle tasche
nulla ha più valore
di quello spicchio di luna che ha perduto il mare




giovedì 22 maggio 2025

Il tempo di un saluto



 
Puoi entrare se vuoi.
Qui, in questa stanza.
Io non posso camminare
Ma posso correre senza farmi male.
Non posso non precipitare in questo baratro
Ma posso volare, libera
come un gabbiano.
Qui dentro si parlano altre parole.
C’ è tanta musica. Ci sono paesaggi diversi
Duemila stagioni,
cose che non riesco a spiegare.
Un prato di nuvole
La pioggia che chiede riparo al sole.
I baci che non ho dato
La casa delle  bambole,
un secolo d’amore
che non voglio sprecare.
Tu puoi restare se vuoi.
Qui, proprio accanto a me.
Ma per favore, chiamami per nome.


giovedì 15 maggio 2025

Congedo

 

Non sono mai riuscito a salvare nessuno.

Ho divelto porte

smantellato la notte

niente è rimasto di me.

Qualcuno mi ha riportato la voce del mare.

Forse mia madre

che non mi parla da secoli

e mi tramonta accanto

come isola disabitata.

Allora sorgo. Risorgo.

Prigioniero delle mie mani

oscura radice degli inverni

perdo l’equilibrio,

gioisco degli abissi

e precipito.

Un giorno questo sole

imparerà a cadere.