Tace
questo inverno di ingratitudine
in
equilibrio sulle paure.
Considero
le carezze della malinconia
un
penoso spreco di sangue.
Mento
con la voce dell’allegrezza
mentre
scavo più mansueti orizzonti.
Dal
silenzio dei boschi sino al fruscio delle onde
il
sole compie il suo giogo
incredulo
dinanzi ai nostri travagli.
Perdiamoci
nel giardino dei tigli;
cogliamo
il dolce grappolo
prima
che i venti
ne
assaporino la carne.
Da
questo naufragio
possiamo
salvarci
stringendoci
intorno al fuoco.
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