Abbiamo dentro una luce che non si spegne mai.
Serve a non farci perdere quando cala il buio,
serve a farci tornare a casa.
Accompagno i passi di un vento
smarritosi
lungo il corso del silenzio.
Rovesciato
dalla rivalsa di un tramonto
che,
su ogni pietra
ha
inciso il suo tormento.
La
luce è china su di me,
addomestica
le prime fattezze della notte
augurandomi
finalmente ogni sembianza di verità.
Questa
è la strada intrapresa
né
amara né giocosa,
pronuncia
esotica
di
un luogo inesistente.
Questa
è la cruna dell’ago
per
l’ultimo, disperato transito
di
un filo di voce.